Storia d'amore in cinque giorni

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Tutti i fatti contenuti in tale racconto sono elucubrazioni mentali ovvero fantasia allo stato puro senza nessun riferimento alla realtà.

 

STORIA D’AMORE IN CINQUE GIORNI

 

Una settimana prima Monroe’s City...

(Scritta da Dan Barret)

 

Avevo conosciuto Judith qualche mese prima, mi era piaciuta subito, ma era stata solo un incrocio di sguardi. Dopo d’allora non la vidi per circa 6 mesi fino a quando non la ritrovai ad un compleanno. Parlai di lei, facendo degli apprezzamenti con il mio carissimo amico Newton e gli dissi che mi sarebbe piaciuto molto rivederla. L’occasione si ripresentò qualche settimana dopo, in un sabato invernale ma piacevole.

 

Conoscenza

Mentre ero a cena fuori con altri amici tra cui Jo-Anne che era venuta nella città eterna per cercare fama e successo mi arrivò un sms in cui Newton mi avvisa che al Sun sul tardi ci si sarebbe incontrati per bere qualcosa. Dopo aver cenato mi avvio all’appuntamento per bere un drink, parlare con un po’ di amici e soprattutto per rivedere Lei. Arrivo e dopo i saluti di rito si entra nel locale e si inizia a fare quattro salti, finalmente sono di nuovo con Lei, iniziamo a parlare e si capisce subito che c’è un feeling nascosto che ci unisce. Finisce la serata ed il destino si mette dalla mia parte, perché restiamo Io e Lei. Sulla strada del ritorno con il mio scooter sgangherato la riaccompagno alla sua macchina e prima che lei vada via, sferro l’attacco finale chiedendogli il numero di cellulare. Torno a casa e gli chiedo di farmi uno squillo prima che si addormenti, per assicurarmi che lei sia arrivata sana e salva a destinazione. Ero stato portato a fare tale gesto perché lei più volte mi aveva ripetuto che aveva timori a tornare da sola a casa. Il bello è che questo sms/squillo di ritorno non arriva, dopo non poche preoccupazioni e qualche altro tentativo di chiamata desisto nell’allertare altre persone per capire cosa fosse potuto succedere, per una volta voglio pensare positivo e decido di richiamarla l’indomani.

 

Corteggiamento

In effetti, la domenica mattina mi arriva un suo sms in cui mi spiega che aveva lasciato il suo cellulare in macchina e che quindi non aveva avuto modo di rispondermi. Continuiamo a spedirci messaggi come dei ragazzini, lei mi dice che sta facendo colazione a letto, io le dico che vorrei essere invitato, lei mi risponde che il suo pigiama abbastanza infantile di sicuro non avrebbe suscitato in me desideri che potevano andare oltre la colazione. Per farla breve tra un sms e l’alto si rimane d’accordo per vederci di sera e fare un aperitivo al famoso Diamond Cafè. Ci incontriamo per prendere qualcosa da bere e fare quattro chiacchiere. Mi sembra di conoscerla da sempre, comincio a pensare di aver trovato la persona giusta, non mi sembra vero. Dopo un paio d’ore di discorsi che variano dalle storie d’amore avute, all’infanzia passata, agli spostamenti di arredi, alla musica, etc.. la riaccompagno a piedi alla sua macchina e decido che la devo baciare, abbracciare. Lo faccio. Lei non mi respinge, sembra un pochino sorpresa, ma neanche tanto, e si fa abbracciare e baciare più volte. Anche lei come me è un’anima perduta nella tempesta che cerca un compagno con cui navigare tra le alte onde e/o nella calma piatta. Restiamo un po’ in macchina come degli adolescenti a scambiarci carezze e baci. Tutto va veloce, come i tempi moderni. Siamo indecisi sul da farsi, se andare da lei oppure no! Alla fine si decide di rivederci l’indomani dopo cena a casa sua.

Passione

Il lunedì, sono lì un po’ trasognante, incredulo rispetto a quello che è accaduto e aspetto da un momento all’altro un sms in cui ci sia scritto: “lascia perdere Johnny, è stato tutto troppo veloce non venire”. Invece, no. Arriva il lunedì sera e sono a casa sua. Dopo aver preso le misure per alcuni mobili che voleva spostare (era la scusa banale per vederci, prima che fossimo travolti dalla passione), ci sediamo a chiacchierare sul divano e poco dopo la luce dei nostri mari si incontra e iniziamo a baciarci….Dopo un po’ che eravamo sul divano e che si rischiava un’usura eccessiva dei rispettivi jeans si decide di cambiare ambiente…La serata si conclude non come mi sarei aspettato e dentro di me si insinua l’idea che di nuovo abbia preso una cantonata eppure quando eravamo sul divano e sentivo il suo corpo completamente stretto e fuso al mio provavo sensazioni indescrivibili.

 

Disincanto

Il martedì sera provo a sentirla per telefono, ma la sento molto lontana, strana. Questo non mi fa presagire nulla di buono.

 

Distacco

Il mercoledì mattina mi arriva una email in cui mi viene detto che quello che è successo è stato un “errore” e che non deve più succedere. Poi, altre frasi secondo me senza senso, che in pratica si contraddicono. Comunque è bello sentirsi dire di prima mattina di essere un “errore”. Decido di non rispondere e di lasciar perdere. Allora, succede una cosa che è tipica nelle donne, se le richiami si fanno desiderare e non rispondono, d’altro canto se non le richiami ti chiamano loro. Appena rientro a casa mi arriva una chiamata, è Lei che mi dice: “Ma stamane ti ho mandato una email” ed io: “Lo so, ma cosa vuoi che ti rispondessi, forse vuoi aggiungere qualcosa?”. E’ inutile scendere nei dettagli di quello che ci siamo detti, oggi ci ripenso e mi chiedo ancora se davvero mi sia successo.

(Scritta da Dan Barret)